venerdì 25 marzo 2022

Raymond Aron & Amartya Sen: “natura rivoluzionaria dell’idea di sviluppo come libertà”

La relazione tra la libertà, o meglio le libertà, e lo sviluppo nel contesto dei sistemi democratici, costituisce un terreno comune di giudizio rispetto alle problematiche di affermazione dei diritti politici, civili e dei diritti sociali di cittadinanza. Su questo terreno la prospettiva di Aron è certamente concomitante se non interconnessa con i giudizi sulle caratteristiche dello sviluppo nella relazione con l’affermazione del diritto e dei diritti individuali e di cittadinanza, di Amartya Sen. Ralf Dahrendorf si chiede, se la prosperità, che si misura in termini di incremento del pil, non sia da considerare più come in grado di misurare il livello di benessere per le popolazioni; e se la felicità rimane un elemento troppo imponderabile e personale per consentire un termine di paragone tra popoli, quale parametro allora dobbiamo utilizzare per definire effettivamente un grado di benessere che si in grado di darci un indice della qualità della vita delle persone possiamo utilizzare? La risposta di Dahrendorf è che sarà la libertà a costituire l’idea conduttrice per misurare il progresso delle cose umane, o meglio le libertà che consentono la crescita e la disponibilità di maggiori chances di vita e che pertanto è misurabile in modo oggettivo e non soltanto le possibilità. Le libertà che realizzano chances di vita sono la bussola con cui orientarsi per la valutazione del panorama sociale in un mondo che sempre più manca di stabilità e di regole, di nuove diseguaglianze e di conflitti, di istituzioni politiche minacciate e di rischi di ricadute autoritarie. La libertà come misura del successo dello sviluppo, poiché lo sviluppo non può che essere “un processo di espansione delle libertà reali di cui godono gli esseri umani”. È dall’incremento di libertà che può essere misurato il successo dello sviluppo. In questi termini la libertà ha una funzione costitutiva dello sviluppo. Al contempo, in modo più direttamente riconosciuto, la libertà ha un ruolo strumentale per l’incremento dello sviluppo e della crescita in quanto questi sono possibili soltanto i un contesto di libertà, di ben precise libertà che consentono agli individui di sviluppare le capacità e le proprie eccellenze attraverso la propria iniziativa. Secondo Sen la pima ragione per cui la libertà può essere considerata fondamentale nel processo di sviluppo di un contesto sociale è quella secondo cui “quando si giudica se c’è o non c’è progresso, ci si deve chiedere prima di tutto se vengono promosse le libertà di cui godono gli esseri umani.” Questa è una ragiona valutativa, un giudizio quindi e una valutazione dello sviluppo. Ma non si tratta semplicemente di un giudizio morale in quanto la libertà permette la libertà di azione che è generatrice di altre libertà ed è, per questo motivo, parte costitutiva dello sviluppo. Infatti, dice ancora Sen “la conquista dello sviluppo dipende, in tutto e per tutto, dalla libera azione degli esseri umani.” Questa rappresenta la seconda ragione fondamentale per cui la libertà va considerata fondamentale nel processo di sviluppo della società; si tratta di una ragione che riguarda l’efficacia della libertà per la costituzione dello sviluppo e del progresso sociale. Dice Sen che concepire lo sviluppo come espansione delle libertà sostanziali porta a focalizzare l’attenzione su quei fini che rendono importante lo sviluppo stesso. Innanzitutto “lo sviluppo richiede che siano eliminate le principali fonti delle illibertà: la miseria come la tirannia, l’angustia della prospettive economiche come la deprivazione sociale sistematica, la disattenzione verso i servizi pubblici come l’intolleranza o l’autoritarismo di uno stato repressivo”. Spesso la mancanza delle libertà sostanziali è legata direttamente alla povertà materiale “che sottrae a molti la libertà di placare la fame, nutrirsi a sufficienza, procurarsi medicine per malattie curabili, vestirsi decentemente, abitare in un alloggio decoroso, avere a disposizione acqua pulita o godere di assistenza sanitaria. In altri casi l’illibertà è strettamente connessa alla mancanza di servizi pubblici e interventi sociali, per esempio l’assenza di programmi epidemiologici, o di una vera e propria organizzazione sanitaria o scolastica, o istituzioni capaci di mantenere la pace e l’ordine a livello locale”. Amartya Sen considera queste condizioni per la realizzazione delle libertà sostanziali, attraverso i fattori effettivi per la promozione dell’individuo e della libertà, fattori come le opportunità economiche, le libertà politiche, i poteri sociali e quelle che sono le condizioni abilitanti come la salute, l’istruzione e un contesto culturale che incoraggi e coltivi l’iniziativa. In questo quadro, rispetto ai problemi dell’equità e della giustizia sociale, Sen, come Raymond Aron, considera che l’impegno sociale debba essere rivolto alla rimozione delle “illibertà” perché è lo sviluppo che consente la rimozione di tali illibertà, quello sviluppo che si fa carico promuovere la libertà di cui godono gli esseri umani, libertà che è il fondamento dello stesso sviluppo. Come Aron, Sen non parla di uguaglianza in quanto la “giustizia sociale” è realizzata dalla rimozione delle illibertà e da quello sviluppo la cui conquista dipende “in tutto e per tutto” dalla libera azione degli esseri umani. L’eguaglianza è invece quell’argomento politico ideologico che rimuove le illibertà in quanto, sul lungo termine, il suo programma è destinato a costituire il più temibile argomento per l’ingiustizia limite alla libertà che è fondamento del progresso e dello sviluppo della società libera. L’uguaglianza rimane arginata al campo dei principi morali e dei diritti fondamentali degli individui astratti da ogni differenziazione sociale; uguaglianza come uguale rispetto per i progetti e le aspirazioni. Ai margini di questo uguale rispetto e in funzione di questo comincia l’ambito delle libertà e, quindi, della rimozione delle illibertà che limitano la realizzazione della piena dignità. Nella concezione liberale di Sen, come già in Aron, “il progresso industriale o tecnologico e la modernizzazione sociale possono dare un grande contributo all’espansione della libertà umana”, anche se questa dipende anche da tanti altri fattori. Innanzitutto, lo sviluppo richiede l’eliminazione delle principali fonti di illibertà per consentire l’azione libera che è parte costitutiva dello sviluppo stesso e che contribuisce a promuovere e rafforzare altri generi di azione libera. Quindi esiste una forte connessione tra libertà individuale e conquista dello sviluppo sociale e tra queste e la conflittualità tipica della vita delle società liberal democratiche fondate su quello stato di diritto che realizza l’eguaglianza morale senza commistione, come suggerisce Aron, con quelle libertà e le differenze che consentono lo sviluppo e il progresso umano.

Perché non possiamo non dirci liberali. Il liberalismo critico di Raymond Aron.

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