Per inciso, l'ideologia ha, e ha sempre avuto,
una funzione cognitiva analoga a quella della rappresentazione sociali.
Moscovici definisce le rappresentazioni sociali come sistemi
cognitivi, con una loro logica e linguaggio, attraverso i quali gli individui di
una società costruiscono la realtà sociale. Si può così parlare di una
conoscenza socialmente elaborata e partecipata, che concorre alla costruzione
della realtà sociale e designa una forma di pensiero sociale
Una importante funzione della rappresentazione sociale, come
pure dell'ideologia, è quella normativa e di costruzione dell’identità.
Collocando le persone in gruppi sociali, si determinano i contenuti delle
rappresentazioni e la loro organizzazione. Essendo i contenuti condivisi, le
rappresentazioni sociali funzionano, anche, come formazione di un'identità
sociale e di un’appartenenza.
Questa funzione è stata per decenni il collante dei partiti
politici, nonostante si sia sempre tentato di definire la relazione tra gli
individui aderenti a questi ultimi in termini di consapevolezza collettiva
degli interessi rappresentati, per la sinistra "coscienza di classe",
senza tuttavia riuscire mai a dare un senso all'incoerenza tra le scelte
personali, o di intere masse, e gli interessi espressi nei programmi politici dei
partiti e nella ispirazione ideologica.
L'identità e l'apparteneza rinviano alla cognizione di sé e
alla formazione di una opinione condivisa. Già a partire dal secolo scorso, la
manipolazione dell'opinione pubblica nelle società di massa rappresenta il
cuore del conflitto tra potere oligarchico e democrazia. La caduta delle
ideologie ha spostato la lotta di conquista e di controllo dell'opinione
pubblica sul terreno dei mezzi di comunicazione di mass.
L'attività svolta dai mezzi di comunicazione di massa
assolve oggi alla funzione di realizzazione delle rappresentazioni sociali
attraverso l'intervento sullo spazio cognitivo degli individui con la
proposizione di costrutti narrativi che hanno per oggetto eventi o personaggi.
In conseguenza di tale intervento, mentre da un lato le ideologie tradizionali
hanno perso la loro capacità di condizionamento cognitivo, dall'altro è proprio
attraverso questo strumenti che si realizza, nel villaggio globale, la funzione
propria delle ideologie. La capacità di manipolazione sovrasta la capacità
delle stesse istituzioni democratiche, condizionando il valore della scelta dei
cittadini. Inoltre il prevalere dell'uso strumentale con finalità più o meno
manipolative dei contenuti delle vecchie ideologie fa retrocedere l'aspetto
identitario riscrivendolo in un contesto di conflittualità amico/nemico
finalizzata alla lotta di potere tra i rappresentanti del progresso e quelli
della reazione conservativa e, in fondo, tra democrazia e oligarchia. Un
conflitto che trascina sul campo anche le conquiste della scienza, in una
situazione che prelude a nuove forme di autoritarismo attraverso il controllo
informatico sui dati dei cittadini e la manipolazione delle informazioni.
In altri termini l'ideologia era, e continua ad essere,
sempre tra di noi: almeno nei termini, maggiori o minori, con cui Marx la
indicava come "falsa coscienza". Così è per la in politica, e coì è
per le mode culturalistiche che oggi riprendono vecchie opinioni
reazionarie, se non oscurantiste, rispetto a certi ambiti della scienza e della
tecnica.
Il costruttivismo politico radicale che, come vedremo, è strutturalmente ed epistemologicamente edificato sul linguaggio e sulla comunicazione, propende invece per
quelle rappresentazioni che Karl Manheim chiamava «utopie realizzabili».
Per approfondimenti: COS'E' IDEOLOGIA - LUISSGuidoCarli, 15 giu 2012
Sebastiano Maffettone - https://www.youtube.com/watch?v=fcle525JRbk&t=92s
Sebastiano Maffettone - https://www.youtube.com/watch?v=fcle525JRbk&t=92s
Sergio
Moravia - https://www.youtube.com/watch?v=SS1qaNYAy00
Diego
Fusaro - https://www.youtube.com/watch?v=TUqT8U0qQFA
Luciano
Pellicani – https://www.youtube.com/watch?v=8WdY38jPoXw&t=245s
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