Le osservazioni di Amartya Sen ci indicano la via per andare oltre il costruttivismo cognitivista e razionale di John Rawls, verso una ri-formulazione orientata al pragmatismo e al costruttivismo radicale.
Amartya Sen individua una dicotomia tra le teorie della giustizia che si sono affermate in Europa, sotto l'impulso dell'Illuminismo, nel secolo XVII e XIX.
Una
tendenza si afferma nella ricerca della definizione di un ordinamento
sociale perfettamente giusto e di istituzioni giuste. Una linea che Sen
definisce come "istituzionalismo trascendentale" per il fatto che cerca
un modello ideale di accordi sociali da cui non è possibile trascendere. A questa tradizione sono legate le idee di giustizia ispirate dall'idea di un contratto sociale idealizzato.
Altri filosofi illuministi presentano altri tipi
di approccio che hanno in comune l'interesse per il confronto fra gli
assetti sociali effettivamente realizzati. L'impegno di questi ultimi è
volto a modificare casi di manifesta ingiustizia, senza avvertire la
necessità di identificare gli accordi sociali perfettamente giusti.
Tra questi ultimi Sen inserisce gli utilitaristi e Marx. L'impegno di questi teorici è per la comparazione sociale e l'indicazione delle modalità per risolvere i fenomeni di ingiustizia in termini di realizzazioni. I trascendentalisti al contrario si concentrano sull'esame trascendentale dell'assetto giusto nel tentativo di identificazione ideale di istituzioni e organizzazioni giuste.
Vedremo però che la Teoria di Rawls, nelle sue ultime versioni e revisioni fatte dallo stesso Rawls, presenta una via di uscita rispetto ai limiti del razionalismo e il pragmatismo utilitarista!
"La
distanza tra le due prospettive – istituzionalismo trascendentale e
comparazioni basate sulle realizzazioni - è notevole e importante. Si dà
il caso che, nella sua indagine teorica della giustizia, oggi la
filosofia politica faccia per lo più riferimento alla tradizione
dell'istituzionalismo trascendentale. La più cogente e significativa
esposizione dell'istituzionalismo trascendentale è quella che si
rinviene nelle opere del principale filosofo politico del Novecento,
John Rawls,
… La definizione delle istituzioni giuste è anzi diventata un tratto
essenziale in quasi tutte le moderne teorie della giustizia... Si impone
qui, a mio avviso – dice Sen -, un radicale cambiamento, perché la
prospettiva che guarda alle concrete realizzazioni non può non avere un
ruolo centrale nell'idea stessa di giustizia. … la questione della giustizia
non è circoscritta all'esigenza di partorire – o sognare di partorire –
una società o un assetto sociale perfettamente giusti, ma investe anche
la necessità di evitare stati di ingiustizia particolarmente gravi." Per esempio, dice Sen, coloro che perseguivano l'abolizione della schiavitù non si facevano ispirare dall'illusione che abolendo la schiavitù si sarebbe venuto a realizzare un mondo perfettamente giusto. Ma erano convinti che una società schiavista fosse del tutto ingiusta a prescindere dalla difficoltà di definire (tantomeno creare) una società perfettamente giusta. Abolire la schiavitù significava sanare una grave ingiustizia e favorire un importante passo avanti della giustizia.
Questa posizione di Sen, che appare come una sorta di marginalismo, si può porre, per il metodo e l'impostazione critica verso il razionalismo trascendentale, accanto ai sostenitori del "cambiamento come soluzione ai problemi", tra i quali troviamo i precursori del pragmatismo e del Costruttivismo politico radicale
Amartya Sen, Un desiderio al giorno per una settimana, e-book.
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