In quanto tale, il costruttivismo politico radicale rappresenta
una teoria liberale della politica fondata sul pragmatismo.
Il pragmatismo costruttivista supporta una teoria politica
che è contraria alle ideologie e contraria al “realismo metafisico” razionalista.
Le ideologie e il realismo metafisico sono stati nel tempo architetture
del pensiero per la definizione dell’oggettività. Una oggettività utilizzata in
modo retrospettivo per dare cogenza alla propria visione del mondo e alle
proprie scelte.
"L'oggettività è l'illusione che si possano fare
osservazioni senza un osservatore", così Von Foerster. Chi adotta la dottrina
dell'oggettività si sente esentato dal doversi assumere le proprie
responsabilità rispetto alle proprie affermazioni, in quanto le considera come
espressione della realtà stessa. Von Foerster aggiunge, a complemento
dell'oggettività, l'etica che deriva dal fatto di doversi assumere la
responsabilità per le proprie osservazioni e affermazioni, per la realtà che si
contribuisce a costruire. Da questa assunzione deriva l'imperativo etico di
operare per contribuire ad accrescere le possibilità di scelta, quindi di
apertura, piuttosto che chiuderle con verità "oggettive", in un
sistema in cui l'oggettività assume una dimensione metafisica: "agisci sempre
in modo da accrescere il numero delle possibilità di scelta"
Quindi oltre che liberale il costruttivismo politico è
pluralista e non ammette una versione unica e univoca del mondo. Tuttavia, il
costruttivismo non è relativista.
Il costruttivismo si propone di andare oltre il razionalismo.
Il razionalismo semplifica la realtà. Viviamo però una realtà problematica
e complessa e la conoscenza ha il compito di riflettere la problematicità e
complessità della realtà. Il costruttivismo vuole restituire complessità alla
realtà e alla conoscenza, mentre restituisce responsabilità al soggetto della
conoscenza, nella ricerca di una nuova soluzione, sempre nuova. Dice Edgard Morin: “Amo
conoscere. …Tuttavia, ho compreso molto rapidamente che la relazione fra la
conoscenza e la realtà poneva il problema sollevato molto tempo fa da pensatori
indiani, cinesi, greci, sollevato nuovamente da Kant e oggi dalla scienza del
cervello e dalla filosofia della conoscenza: cosa si conosce, cosa si può
conoscere della realtà? La conoscenza, diventata problematica, rende
problematica la realtà stessa, che rende altrettanto problematica la mente
produttrice della conoscenza, che oggi rende enigmatico il cervello produttore
della mente. Così giungiamo alla relazione inseparabile e circolare fra realtà,
conoscenza, mente, cervello.”
Limite del realismo metafisico è la dicotomia tra mente e
corpo. Una dicotomia che ha pesato sulle scienze umane che sono state considerate
come separate dalle cosiddette scienze della natura. Il costruttivismo si
propone di andare oltre questa dicotomia. Per il costruttivismo politico
radicale ciò vuol dire andare oltre la concezione puramente razionale della
decisione. Il soggetto assume decisioni nella pienezza della propria componente
mentale razionale ed emotiva. L’esperienza dal punto di vista del pragmatismo nasce
da concorso, nelle scelte e nelle azioni, delle due componenti umane e non è
possibile trascurare una componente per l’altra. Il costruttivismo politico di
John Rawls esprime ancora il limite “razionalista” del cognitivismo. Il
costruttivismo politico radicale vuole andare oltre questo stesso limite
considerando nelle scelte il ruolo della componente emotiva nella mente umana e
valorizzando la dimensione morale della scelta e ciò che Rawls chiamava “capacità
di concepire il bene” e “senso della giustizia” cioè i “poteri morali” su cui
si costruisce una società equa e “bene” ordinata. Rawls parla di senso della
giustizia e di concezione quando si riferisce al bene come capacità di promuovere
il proprio bene inteso come talento e capacità.
Quindi il costruttivismo politico radicale parte da alcune
idee di John Rawls e vuole essere una proposta per andare oltre le ideologie,
oltre il realismo metafisico, oltre il razionalismo e la tradizionale dicotomia
tra mentale ed emotivo; per cercare una risposta per una politica fondata su valori
che possano riassumere la pienezza umana dell’individuo, dei bisogni e delle
necessità e delle capacità, in una società equa e aperta verso la pluralità delle
culture e il cambiamento.
Molti nomi di filosofi e sociologi della politica, di cui si estrapolano e ricontestualizzano le idee in chiave costruttivista, non sono da annoverare tra i teorici del costruttivismo. Tanto meno del costruttivismo politico radicale che è da considerare come una via esclusivamente sperimentale per la teoria politica.
Molti nomi di filosofi e sociologi della politica, di cui si estrapolano e ricontestualizzano le idee in chiave costruttivista, non sono da annoverare tra i teorici del costruttivismo. Tanto meno del costruttivismo politico radicale che è da considerare come una via esclusivamente sperimentale per la teoria politica.
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